L'immagine che illustra questo frustolo circola da un po' nelle reti sociali: è un meme. Apollonio non sa dire chi l'abbia concepita né chi l'abbia realizzata. A ondate, la vede diffusa o, come usa dire adesso, condivisa da gente che, non solo in quelle sedi, si presenta al mondo come dedita alle scienze, meglio, alla Scienza.
Diffusa e condivisa con una buona intenzione: criticare le attitudini qualificate, secondo le varie terminologie, come cospirazioniste, complottiste, dietrologiche che nel discorso pubblico dell'Evo moderno non sono mai mancate (ce ne sono state di tragicamente celebri) e che oggi spesseggiano, amplificate appunto dalle reti sociali e dai fenomeni culturali connessi.
C'è da chiedersi tuttavia se, pur per uno scopo che si vuole nobile, sia il caso di propalare e di ribadire con tale immagine la sesquipedale sciocchezza che ἐν ἀρχῇ ci siano i dati: veri e propri feticci dell'attuale temperie culturale.
Come sa chiunque pratichi con qualche consapevolezza una scienza (e per tale ragione è difficile si presenti come chierico di alcunché, tanto meno della Scienza), non c'è infatti dato che non sia un costrutto complesso, che non sia, in altre parole, il punto di arrivo di un meditato percorso di conoscenza e, se si vuole, di complessiva saggezza.
Di "dato", insomma, non c'è nulla per gli esseri umani e tutto, proprio tutto deve essere faticosamente, oltre che precariamente, preso e compreso; tutto va sempre discutibilmente conquistato.
Credere che, fuori del lavorio umano che lo produce, della pena che costa, delle complesse implicazioni teoretiche ed etiche, dei contenuti culturali che porta con sé, miracolosamente il dato ci sia non è in sostanza diverso dal prestare fede a una qualsivoglia scalcagnata teoria cospirazionista. Dietro la pretesa di serietà, potrebbe essere persino più pericoloso.
Una persona ragionevole (non si vuol dire semplicemente una persona di scienza) dovrebbe in ogni caso guardarsi bene dal diffondere, anche solo per allusione, tuttavia in modo in ogni caso volgare, una balla di tali dimensioni. Ed è un peccato che alle fanfaluche delle dietrologie si finisca così per contrapporre, come modello, una sorta di credo.
Diffusa e condivisa con una buona intenzione: criticare le attitudini qualificate, secondo le varie terminologie, come cospirazioniste, complottiste, dietrologiche che nel discorso pubblico dell'Evo moderno non sono mai mancate (ce ne sono state di tragicamente celebri) e che oggi spesseggiano, amplificate appunto dalle reti sociali e dai fenomeni culturali connessi.
C'è da chiedersi tuttavia se, pur per uno scopo che si vuole nobile, sia il caso di propalare e di ribadire con tale immagine la sesquipedale sciocchezza che ἐν ἀρχῇ ci siano i dati: veri e propri feticci dell'attuale temperie culturale.
Come sa chiunque pratichi con qualche consapevolezza una scienza (e per tale ragione è difficile si presenti come chierico di alcunché, tanto meno della Scienza), non c'è infatti dato che non sia un costrutto complesso, che non sia, in altre parole, il punto di arrivo di un meditato percorso di conoscenza e, se si vuole, di complessiva saggezza.
Di "dato", insomma, non c'è nulla per gli esseri umani e tutto, proprio tutto deve essere faticosamente, oltre che precariamente, preso e compreso; tutto va sempre discutibilmente conquistato.
Credere che, fuori del lavorio umano che lo produce, della pena che costa, delle complesse implicazioni teoretiche ed etiche, dei contenuti culturali che porta con sé, miracolosamente il dato ci sia non è in sostanza diverso dal prestare fede a una qualsivoglia scalcagnata teoria cospirazionista. Dietro la pretesa di serietà, potrebbe essere persino più pericoloso.
Una persona ragionevole (non si vuol dire semplicemente una persona di scienza) dovrebbe in ogni caso guardarsi bene dal diffondere, anche solo per allusione, tuttavia in modo in ogni caso volgare, una balla di tali dimensioni. Ed è un peccato che alle fanfaluche delle dietrologie si finisca così per contrapporre, come modello, una sorta di credo.
Nessun commento:
Posta un commento