Lo sguardo critico, lo sguardo di chi discerne è sempre nuovo. La novità lo fa giudicare insolente da coloro che credono nell'assoluto e ingenuo da coloro per cui tutto è relativo.
Lo sguardo critico non è invece né insolente né ingenuo, anche perché è l'unico cui è chiara l'elegante esigenza di un metodo.
Con metodo, esso va a caccia di ciò che è pertinente, al di là di ciò che molti credono assoluto e di ciò che altrettanti si contentano di dire relativo. Individuando ciò che è pertinente, prova in altre parole a determinare cosa c'è di diverso dove nulla pare esserlo e cosa di eguale dove nulla pare esserlo.
Alla ricerca della pertinenza pone ostacoli non solo teoretici, ma anche etici tanto chi crede all'assoluto, quanto chi si arrende al relativo. E tra i primi risultati procurati dallo sguardo critico metodologicamente orientato c'è la scoperta della pertinente relazione che, dietro differenze fenomeniche, rende reciprocamente solidali chierici dell'assoluto e araldi del relativo.
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