31 luglio 2013

Bollettino ortografico (2): Succedono anche cose del genere

Sono molte le guise con cui le lingue manifestano le differenze di genere grammaticale. Naturalmente, le lingue per le quali una nozione di genere grammaticale è pertinente. Non sono tutte. 
Non manca d'una sua perversa bizzarria il modo che in italiano (una lingua, appunto, non comune) produce la combinazione d'invariabilità formale e ortografia. Si sta quindi parlando di lingua scritta. 
A chi gli chiedesse "come si fa il femminile" nella sua lingua, chi parla italiano e lo scrive potrebbe infatti rispondere: "Tra le tante maniere diverse, persino con un apostrofo". 
Si prenda il caso della coppia Di Centa era un'atleta importante Di Centa era un atleta importante. Le due espressioni devono solo alla minuscola differenza grafica il fatto di riferirsi la prima alla fondista Manuela Di Centa, femminile, medaglia d'oro olimpica, la seconda a suo fratello Giorgio, maschile, anche lui fondista e anche lui medaglia d'oro olimpica.
Per la fabbricazione di opportune coppie contrastive, sono disponibili, tra gli altri, idiota e analfabeta,  entusiasta e apprendista. E anche idealista, per il quale si trova anzi un gustosissimo esempio di bisticcio di genere, se si fa scorrere rapidamente il lungo scritto, cui sotto si rinvia, e ci si ferma sul passo accompagnato dall'immagine qui riprodotta: se protagonista è "un'idealista", come fa a essere "il buon..."?
Succedono, appunto, anche cose del genere. Succedono anche ai professori che correggono gli errori altrui. Dovrebbero invitare tutti a sorridere e a temperare gli ardori censori.

Cose del genere (adesso, in versione corretta).

Per i filologi,  il passo fino al 31 luglio.

25 luglio 2013

Trucioli di critica linguistica (9): Non hanno acqua? Condividano una Coca-Cola.


In un'epoca che di condivisione fa un abuso comunicativo rivelatore (tutti ne parlano: significa che lo spirito di condivisione è in pericolo o perento), l'acqua (la potabile, in particolare) è oggetto di conflitti e, sembra, sempre di più lo sarà in un futuro nemmeno troppo lontano. 
In rapporto paradigmatico con l'acqua (come la famigerata brioche col pane: in absentia, appunto), non stupisce di conseguenza la Coca-Cola vada appunto condivisa. Del resto, così, anche il vino, in opportuni riti laici e religiosi: "chi non beve in compagnia...", "....e bevetene tutti". Frizzante lavacro che, riflessivamente, purifica dal peccato (un tempo si sarebbe detto consumistico) di praticarlo.
Il rito della comunione è globale, come il ruttino (altrimenti come lucrerebbe chi lo vende?). Non deve sembrare qualunque, tuttavia. È proposto adesso con l'aggiunta della simulazione iterativa d'un valore personale, se non individuale: "condividi con...". Le bottiglie portano allora un nome proprio o un'antonomasia, nella variazione cromatica di sangue arterioso e venoso, che è variazione di zuccheri. Un'antonomasia forse perché Zero ha come target proprio le Nullità (doloroso valore d'oggi su cui capiterà prima o poi ad Apollonio di ritornare).
Trascorrere tra gli scaffali d'un supermercato, per il linguista da strapazzo, è occasione di ilare meditazione.

[Qualche giorno dopo, alla ricerca di valore glocal e in funzione di altra importante articolazione della socialità comunicativa italiana:


Campagne simili in aree geolinguisticamente differenti? O ancora un tributo alla risentita marcatezza siciliana che in anni recenti ha rinnovato i suoi fasti trasparenti per opera di Andrea Camilleri?]

17 luglio 2013

Linguistica da strapazzo (18): L'apposizione del professore

"Sono reduce da una veloce trasferta viennese, città che mi è sempre piaciuta moltissimo": sta nel post "social" di un professore che, l'avesse trovato nello scritto di un suo discente, c'è da scommettere, l'avrebbe tenuto per censurabile.
Invece è un uso, se si vuol dire così, creativo della relazione di apposizione, che le grammatiche prescrivono agganciata a un nome, ovviamente. Ed è, al tempo stesso, un'ottima illustrazione di cosa si può intendere con aggettivo di relazione: Vienna, città diletta dal professore, c'è. Non tanto e banalmente come generico valore semantico, quanto come specifica funzione sintattica, solo latente per categoria.
Grazie, Professore. Le migliori spiegazioni, lo si sa, sono le preterintenzionali.

8 luglio 2013

Intolleranze (7): H24

È ineluttabilmente operativo H24, oggi, chi si presenta con un sonoro salve!, sottolinea le criticità del momento, ne prospetta svariati problemi, s'indigna a cadenze regolari, con altrettanta regolarità (visto che ci si trova) auspica (talvolta e ancora meglio, si auspicauna rivoluzione copernicana e, anche quando fa pipì, ha voluto farla, certo dopo un esame della situazione più che attento: condotto, per l'esattezza, a 360 gradi.
Del resto, il perché di H24 è presto detto: è il solo impero, il suo, sul quale il sole non è mai tramontato né mai tramonterà.

6 luglio 2013

Come cambiano le lingue (4)

"Ieri bella serata al Premio Strega a festeggiare Walter Siti meritatissimo vincitore col suo "Resistere non serve a niente" (Rizzoli), che consiglio a tutti di leggere": così su Facebook, nel post di un fan, che il tema denuncia recentissimo. 
Fattosi accorto e prima di dichiarare la novità, Apollonio ha stavolta riscontrato quel "meritatissimo vincitore" con gli esiti di un'opportuna e rapida ricerca: l'innovazione, ancora una volta, è già un andazzo. I vincitori del "Grande Fratello" già da gran tempo pare siano "meritati". Insomma, i fans dei libri dello Strega stanno solo sulla scia del nuovo che avanza (il confronto resta ovviamente limitato all'esteriore circostanza linguistica: si rassicurino i partecipanti all'autorevole premio letterario).
"Meritatissimo da chi, il vincitore?", s'era chiesto sulle prime lo sciocco Apollonio, realizzando solo dopo un po' che, per la frantumazione di valori morfologici dalla regolarità in apparenza infrangibile, meritato sta coprendo gli spazi di meritevole, come un dì si sarebbe qualificato un vincitore, lasciando che meritato fosse il premio. 
A margine, va certo notato che meritato per 'ricompensato' (valore qui non pertinente) e anche per 'meritevole' ha ricorrenze in italiano antico. La polla da cui oggi sgorga quel "meritatissimo" difficilmente si penserà storicamente collegata per via sotterranea a quelle rare e antiche evenienze. Sette secoli non sono balzo da poco per chi volesse credere a una continuità e l'entusiasta ammiratore di Siti difficilmente si immaginerà lettore delle appassionanti prediche di Fra Giordano da Pisa. Il legame sarà dunque metastorico e le ragioni dei due affioramenti sistematiche: deliziosissime, peraltro, per il sottile collegamento di due forme di un apparente passivo, nella morfologia.
Apollonio lascia tuttavia al suo noioso alter ego d'angustiare i suoi studenti con temi siffatti, coi loro mille rivoli eruditi e le innumerevoli cautele filologiche. 
Ai suoi cinque lettori, che non mancano mai di fare amorevolmente capolino, riserva solo un'espressione di letizia. Chi ama la lingua è fortunato a trovarsi in questo momento ad attraversare il mondo: ha spassose osservazioni da fare quasi a ogni passo. Perché la lingua cambia e, che Siti sia meritevole del premio o no, che il suo Strega sia meritato o no,  resistere non serve a niente.

4 luglio 2013

Come cambiano le lingue (3)

"Per quanto, devo dire, quando vai a vedere a fondo le cose, ci sono Paesi in cui la geriatria è al potere. Ad esempio in Italia e anche in Cina, dove le cose ora pare stiano lentamente cambiando": a scriverlo è una penna illustre, nel post di un blog del Corriere on-line, consacrato (e pour cause) alle "Buone notizie"; ottime (e certo inattese) per la SIGG; solo buone (a quanto pare) per la consorella cinese (se esiste). 
Fuor di celia, è questione di vecchi al potere. Geriatria è allora un lapsus? Apollonio se lo chiede. Di più: se lo augura. Se non è un lapsus, certo, son guai: potrebbe infatti trattarsi addirittura di un 'catarellismo'. Meglio allora pensare sia solo un lapsus ma, come lapsus, gustosissimo. A tenerla in mano, quella penna illustre, è infatti il maggior vecchio del panorama letterario italiano. Non sarà un pediatra a raccomandargli di fumar meno. Quando scrive di "geriatria... al potere", di conseguenza, egli (o il suo inconscio) sa ciò che dice. Voglia il Cielo lo sappia anche chi, quanto all'uso futuro di geriatria, potrebbe mettersi sulla scia di tanta senile autorevolezza.

Solo qualche ora dopo. Ancora una conferma, per Apollonio, del suo istintivo ma irragionevole, perché infondato, ottimismo. Nel passo sopra menzionato, si registra e si codifica un uso a quanto pare già esistente, se non largo, caduto solo oggi sotto il suo occhio pigro. Insuperabili, invece, le senili orecchie hanno evidentemente già intercettato l'andazzo e la penna illustre l'ha fatto proprio.
"Geriatria al potere", nel Web, circola infatti allegramente, senza riferimento alla specialità medica. Geriatria ha insomma intrapreso la strada che potrebbe portarla a valere, un dì, come indicazione della classe anagrafica dei vecchi. Appunto: così cambiano le lingue, quanto al valore delle parole. Che gli etimologi lo sappiano. E tremino. Gli altri trattengano, educatamente, il sorriso.

2 luglio 2013

1 luglio 2013

Caratteri (15)



Fa della sua vita un poema encomiastico. L'autore vi plaude entusiasta al protagonista che, grato, ne magnifica l'ingegno.

Caratteri (14)




Fa della sua vita un romanzo ma l'autore non ne ritiene all'altezza il protagonista e il protagonista ne giudica sciocco l'autore.