Realizzare un piano... o (con perifrasi da lungo tempo praticate) mettere in atto un piano..., dare vita a un piano... e così via: in tal modo si può comunemente e variabilmente dire, nel presente stato dell'espressione italiana.
Forme del genere devono essere però parse di poco pregio a chi, quando parla o scrive, vuole distinguersi. Ne è sorta da un po' e ormai dilaga la locuzione porre in essere.
Porre in essere è tra i massimi indici lessicali di un registro espressivo che, per brevità, è definibile come lingua da assessore. Sotto qualunque veste si presenti, chi dice o scrive porre in essere svela così d'essere un assessore. Assessore, eventualmente, alla cultura e, si desse un caso ancora più raffinato, assessore alla difesa della bellezza dell'italiano, alla regolamentazione del suo traffico e alla manutenzione dei relativi metaforici semafori.
Forme del genere devono essere però parse di poco pregio a chi, quando parla o scrive, vuole distinguersi. Ne è sorta da un po' e ormai dilaga la locuzione porre in essere.
Porre in essere è tra i massimi indici lessicali di un registro espressivo che, per brevità, è definibile come lingua da assessore. Sotto qualunque veste si presenti, chi dice o scrive porre in essere svela così d'essere un assessore. Assessore, eventualmente, alla cultura e, si desse un caso ancora più raffinato, assessore alla difesa della bellezza dell'italiano, alla regolamentazione del suo traffico e alla manutenzione dei relativi metaforici semafori.
A conferma, si trova appunto un esempio istruttivo e spassoso di porre in essere seguendo questo link (e Apollonio chiede scusa ai suoi cinque lettori se saranno esposti così a un paio di brevi annunci pubblicitari: è il prezzo che capita di pagare per documentarsi).
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