10 ottobre 2016

"Se tanto mi dà tanto": linguistica e altre discipline, sui media


Capita spesso che temi legati alla lingua si affaccino sui mezzi di informazione e di comunicazione, tanto sui tradizionali quanto sui nuovi (ma li si può ancora qualificare così?). 
Temi del genere sono quelli sui quali Apollonio vanta, come sanno i suoi due lettori, una modesta competenza. Niente di sofisticato, si badi bene, ed effetto di un commercio con la disciplina, di una militanza di base e di una convivenza con il suo scalcagnato alter ego ormai anche troppo lunghi.
Ebbene, niente è sempre, come niente è mai, quindi non si vuole dire sempre ma certo nella maggioranza delle occasioni che vedono faccende linguistiche affiorare sui media, Apollonio si sentirebbe di assicurare a chi è meno competente di lui e gli chiedesse un parere che le cose che si trovano dette o scritte sono sciocchezze (sovente sesquipedali) e che i modi con cui sono dette o scritte oscillano tra la semplice inconsapevolezza (quando chi parla o scrive non è del mestiere, senza magari saperlo, perché crede di esserlo) e il vero e proprio malandrinaggio (quando chi parla o scrive è del mestiere e può dire di esserlo, perché il mestiere è quello che è e ai mestieranti bisogna che, con un mestiere del genere, ci si rassegni).
Apollonio ha fatto il callo alla circostanza. In gioventù, da tonto, ne menava scandalo, per fortuna quasi sempre solo tacito e interiore. Oggi, essa gli procura spassi sopraffini. Non solo: gli è preziosa, perché gli dà rinnovata occasione di tenere sempre presente una misura di cautela. 
Quando, come ami per il suo desiderio di sapere, sono temi di altre discipline a presentarsi tra le medesime onde, egli, da incompetente, sarebbe infatti pronto ad abboccare come un pesce. C'è però la memore esperienza del trattamento consueto che riceve la sua disciplina. Ciò lo fa subito guardingo. Interviene insomma un salvifico "Se tanto mi dà tanto...". È antidoto alla naturale credulità ed è invito a fare controlli, a interrogarsi, a nutrire dubbi. 
È appena il caso di dire, a scanso di un equivoco da cui si spera siano già esenti i due lettori di Apollonio, che l'attitudine è consigliabile anche nei confronti di questo medesimo diario.

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