C'è un nuovo andazzo nella comunicazione pubblica consacrata ai consumi culturali. Non passa quasi giorno che non trovi occasione per proferirvi "io" un primo della classe. In italiano, del resto, basta un verbo alla prima persona per farlo con l'enfasi ricercata.
Non passa giorno, in altre parole, che un primo della classe non renda esplicita, fra le tre funzioni dell'enunciazione, la sola che, per definizione, un primo della classe tiene stia al centro dell'attenzione generale.
Incapaci di tenersi a freno, per via della frequenza di ambienti forse familiari e certo scolastici umanamente poco formativi, tali "io" danno quotidiane prove di quanto avesse ragione Carlo Emilio Gadda: "l'io, l'io! ...il più lurido di tutti i pronomi!".
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