3 agosto 2024

Grammatici e pedagogisti

Insegnare, è appena il caso di dirlo, è un'attività peculiare e comporta un modo specifico dell'interazione tra esseri umani. E ciò ben al di là dell'accessoria circostanza che da qualche secolo ci sia stato qualcuno che ne ha fatto oggetto di una dottrina codificata. L'umanità non ha dovuto aspettare pedagogia e pedagogisti per mettersi all'opera in proposito, come del resto non ha dovuto attendere grammatica e grammatici (e, a dire il vero, ancor meno linguistica e linguisti) per esprimersi nella lingua e nelle lingue. Sono ovvietà, ma tocca precisarle sempre a scanso di equivoci.
A chi sviluppa qualche conoscenza sopra un aspetto qualsivoglia dell'esperienza umana nel mondo e si impanca a esperto, con relativo ruolo sociale (ruolo sociale che comporta la creazione di miti, riti, istituti, annessi e connessi), basta poco per credere, spesso in buona fede e perciò con ancora maggiore pericolo, che la propria presunta e precaria dottrina preceda e, soprattutto, fondi l'oggetto cui si applica, tanto in teoria, quanto in pratica. Basta poco per pensare che, senza governo da parte della dottrina e quindi senza magnificazione morale e materiale del proprio ruolo, l'oggetto andrebbe in malora. Basta poco per concludere, a quel punto, che le ragioni della dottrina debbano prevalere e prevalgano tout court sopra quelle dell'oggetto, che sono invece fondamentali e inesauribili, come intuisce chiunque si accosti a esse con modestia per conoscerle anche solo in via di approssimazione, per determinarle grosso modo nella loro interminata varietà.
Ci sono stati tempi, luoghi, civiltà (non si vuole dire né più né meno felici) in cui gli esseri umani si sono espressi e hanno insegnato ad altri esseri umani fuori dello sguardo e degli ammonimenti di grammatici e pedagogisti. E anche in società con grammatici e pedagogisti in servizio permanente effettivo, se si pensa al numero indefinito di semplici occasioni in cui un essere umano si esprime e insegna qualcosa a un altro essere umano, si avrà la misura di quanto possano incidere sulla realtà grammatici e pedagogisti.

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