27 agosto 2024

Millanterie temporali: cronologiche e oltre

Sono passati più di venti anni e chissà se i due lettori di Apollonio lo ricordano. Intorno al cambiamento cronologico di millennio, specificazioni come "...del nuovo millennio", "...per il nuovo millennio", "...nel nuovo millennio" e così via spesseggiarono nei titoli e come qualificazioni di imprese delle lettere e delle arti. Di esse, quasi sempre, a distanza di solo cinque lustri nessuno conserva appunto memoria. Giustamente.
Già allora il cosiddetto consumo culturale (in Italia peraltro sempre modestissimo) bruciava commercialmente i prodotti destinatigli in poche settimane e quelle qualificazioni parevano soprattutto comiche. 
Con il transeunte supporto cronologico, chissà se erano consapevoli tuttavia d'essere sospette di una sorgente torbida e inquietante. Nel Novecento, l'idea del millennio s'era infatti presentata allo spirito di chi aveva tragicamente immaginato e propagandato un Tausendjähriges Reich
Bastarono pochi anni e le macerie di antiche, civilissime città europee testimoniarono quanto il sogno fosse insensato e come fosse un incubo anche per la nazione che se ne era lasciata ammaliare. Entrando nella modernità, l'umanità è d'altra parte tornata bambina, per scelta. È letteralmente rimbambita, in altre parole. E, abbandonata la maturità, da qualsiasi sua porzione, anche in apparenza di antica e nobile attitudine alla ponderazione, ci si possono attendere atti e comportamenti infantilmente sconsiderati. 
Sulla scala di quella che, rispetto alla tutto sommato recentissima tragedia, pare invece e ancora soltanto una farsa, la stagione del millennio è appunto rapidamente passata. Si è tornati a misure cronologiche più conformi a ciò che qualificano (giorni, settimane, mesi...). E anche il secolo, di cui si sta già consumando questo primo e oscuro quarto, pare pronto a liquefarsi.
Ciò non significa che, sulla piazza, facciano difetto le millanterie temporali. Gli addetti sono infatti sempre al lavoro. Sull'onda di (un chissà quanto felice) antropocene, di moda è venuto in proposito il suffissoide -cene e lo si vede circolare in quantità. 
Ne risulta in tal modo sfondata addirittura la barriera del temps chronologique, per dirla con la designazione di una delle tre categorie individuate per opposizione da Émile Benveniste sul tema semiologico del tempo. Si collocano così in uno sbardellato e fantasioso temps physique alzate d'ingegno che non è difficile considerare prodotte e vigenti in realtà soltanto per il tempo di alcoliche apericene*. 

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* Circola in una quantità e in una varietà, il suffissoide -cene, che, da un lato, Apollonio, nella sua isolata e silenziosa Citera, non immaginava nemmeno fossero quelle che apprende per comunicazione privata di un cortese sodale (giunta a séguito della modesta apparizione di questo frustolo) e che, dall'altro, pare abbiano già persino prodotto, con riferimento tanto all'àpeiron di presocratica memoria, quanto ai recenti riti alimentari, un omonimico apericene. Apollonio, che ne sa poco, lo immagina pensato sul faceto, ma non si stupirebbe se fosse sul serio o, come è forse il caso, tra il serio e il faceto. Insomma, si è già rapidamente giunti in parecchi al -cene delle beffe e all'un dì proverbiale "E chi non beve con me, peste lo colga!".

3 commenti:

  1. Quest'anno il premio Arbasino sezione Callidae Juncturae va ad Apollonio Discolo per il nesso Antropocene - Apericene, degno delle migliori trovate del Maestro di Voghera (come il sequel di Hannibal the Cannibal, Hasdrubal the Rompibal, o il rapporto fascio-alberghiero fra minifrigo e me-ne-frego!).

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    1. Apollonio Discolo27/8/24 15:47

      (Arba)-sì. -No, generoso Lettore. Perché pare che la paronomasia abbia già fatto capolino altrove, come dice l'aggiunta al frustolo. Ma dal momento che Apollonio vi è giunto per strada indipendente, se non il premio (che sarebbe onore eccessivo), accetta la nomination (pare si dica così, adesso) e Le manifesta tutta la sua gratitudine.

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