Sera di luglio. Il telefono di Apollonio squilla.
- Sì...
- Ciao, sono Nando.
- Ehilà, Nando! Era da un pezzo. A cosa devo il fastidio?
- Un consiglio. Puoi darmi un consiglio?
- Eviterei ma se devo...
- Studio.
- E ti pareva. Sempre linguistica, no?
- Sì. Una nuova, però.
- E allora?
- Nel manuale che studio c'è scritto che Il cognato di Mara ha aperto un ristorante.
- Il cognato di Mara? Un ristorante? Sarà un esempio...
- Sì. Un esempio. Spiega la presupposizione. Dice serve. Per capire i testi. Roba fine.
- Ahi! La vedo messa male, per un testone come te.
- No. Senti... qua il libro dice che "se riflettiamo... vediamo che [Il cognato di Mara ha aperto un ristorante] presuppone che Mara abbia (almeno) una sorella e che questa sia sposata". C'è scritto proprio così, con almeno tra parentesi, sciccherie da loici: "...(almeno) una sorella e che questa sia sposata". Evidentemente, il professore, Mara, non la conosce.
- Ma cosa c'entra, Nando, che la conosca o no... È un esempio. È per dire.
- C'entra, Apollonio. Se il professore conoscesse Mara, ti dico, non avrebbe scritto ciò che ha scritto.
- Ma dai, Nando. Smettila.
- No. Ti dico. Mara, io la conosco bene. Sorelle, non ne ha proprio nessuna. Figlia unica.
- Oh questa poi...
- Ma sì, Apollonio. Un ristorante, in famiglia di Mara, l'hanno aperto, come dice il professore. L'ha aperto il fratello del marito di Mara. Suo cognato...
- Santo Cielo, Nando...
- Ho l'esame tra due giorni. Glielo dico al professore, no? "Caro professore, Lei, mi scusi, a differenza di Boccaccio, su cui sa tutto, Mara proprio non la conosce".
- Nandoooo...
- "Il cognato di Mara che ha aperto il ristorante è il fratello del marito, non il marito della sorella: Mara è figlia unica, caro professore. La sua presupposizione è sbagliata e autorizza un'inferenza: Lei la conosce, forse, solo per sentito dire".
- Nandooooooo....
- "Glielo do io, l'indirizzo del ristorante del cognato di Mara. Così, se non mi crede, può andare a chiedergli. Ci si mangia e ci si beve bene, nel ristorante del fratello del marito di Mara. Ed è economico. Professore, vada a nome mio. Dica: mi manda Nando...".
Disperato, Apollonio riattacca.
- Eviterei ma se devo...
- Studio.
- E ti pareva. Sempre linguistica, no?
- Sì. Una nuova, però.
- E allora?
- Nel manuale che studio c'è scritto che Il cognato di Mara ha aperto un ristorante.
- Il cognato di Mara? Un ristorante? Sarà un esempio...
- Sì. Un esempio. Spiega la presupposizione. Dice serve. Per capire i testi. Roba fine.
- Ahi! La vedo messa male, per un testone come te.
- No. Senti... qua il libro dice che "se riflettiamo... vediamo che [Il cognato di Mara ha aperto un ristorante] presuppone che Mara abbia (almeno) una sorella e che questa sia sposata". C'è scritto proprio così, con almeno tra parentesi, sciccherie da loici: "...(almeno) una sorella e che questa sia sposata". Evidentemente, il professore, Mara, non la conosce.
- Ma cosa c'entra, Nando, che la conosca o no... È un esempio. È per dire.
- C'entra, Apollonio. Se il professore conoscesse Mara, ti dico, non avrebbe scritto ciò che ha scritto.
- Ma dai, Nando. Smettila.
- No. Ti dico. Mara, io la conosco bene. Sorelle, non ne ha proprio nessuna. Figlia unica.
- Oh questa poi...
- Ma sì, Apollonio. Un ristorante, in famiglia di Mara, l'hanno aperto, come dice il professore. L'ha aperto il fratello del marito di Mara. Suo cognato...
- Santo Cielo, Nando...
- Ho l'esame tra due giorni. Glielo dico al professore, no? "Caro professore, Lei, mi scusi, a differenza di Boccaccio, su cui sa tutto, Mara proprio non la conosce".
- Nandoooo...
- "Il cognato di Mara che ha aperto il ristorante è il fratello del marito, non il marito della sorella: Mara è figlia unica, caro professore. La sua presupposizione è sbagliata e autorizza un'inferenza: Lei la conosce, forse, solo per sentito dire".
- Nandooooooo....
- "Glielo do io, l'indirizzo del ristorante del cognato di Mara. Così, se non mi crede, può andare a chiedergli. Ci si mangia e ci si beve bene, nel ristorante del fratello del marito di Mara. Ed è economico. Professore, vada a nome mio. Dica: mi manda Nando...".
Disperato, Apollonio riattacca.
Nessun commento:
Posta un commento