La storia, quella vera che intreccia rigorosamente vita e civiltà di comunità umane complesse, non fa sconti e presenta per secoli il conto di atti sconsiderati e violenti. Quando dell'avere dimenticato tutto si fa vanto paradossale, con pretesa che sia buona condizione per vivere bene il presente e guardare al futuro, ci si chiede allora il perché di piaghe purulente e resistenti a cure in realtà solo velleitarie e immaginarie. Al primo errore, che aprì la breccia, si aggiungono errori in serie infinita. E non si capisce che, centocinquanta anni fa, Roma la si sarebbe dovuta lasciare amministrare al Papa, che vi signoreggiava, sebbene temporalmente, da ben più di un millennio, con qualche non trascurabile successo. E forse, come sola via di riparazione, sarebbe il caso di chiedere al Papa, rivolgendogli molte scuse, la cortesia di riprendersela, più guasta di come gliela si prese e come la si è frattanto ridotta.
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