In italiano, schivare il genere, ove il genere è (divenuto) materia sensibile, non è facile: ma non è impossibile. Tentarci è dunque doveroso, se si ha a cuore (come si dovrebbe) la correttezza politica dell'espressione. Sotto si mostra, a prova e suggerimento per chi ne avesse eventuale interesse, come si sarebbe potuto farlo per una vicenda recente, qui presa a pretesto.
Il caso è esemplare, perché estremo per qualche suo non marginale aspetto. Solo a poche righe di distanza o, oralmente, nello stesso discorso, chi ne ha riferito è incappato infatti (e Apollonio è lungi dal credere che ciò sia accaduto per malcelata tartuferia) in buffe alternanze d'articolo (il o la?), in cangianti designazioni (gli amici o le amiche?) in accordi mutevoli (è stato interrogato o è stata interrogata dal giudice?). Sodali di Apollonio particolarmente vigili (e così si schiva il genere anche qui) l'avranno certo notato e ne serberanno vivida memoria. Comunque sia, ecco come si sarebbe potuto riassumere il complesso garbuglio, non attribuendo a un genere determinato nessuna delle personae coinvolte e quindi mantenendo al proposito immacolata e politicamente correttissima la propria prosa.
Ad uso di benpensanti plaudenti e voraci di scritti e spettacoli stomacanti, monta traboccante (così s'espresse grande e abruzzese ierofante) "vil canizza gazzettante". Strombazza che, simili a delinquenti e qual sicofanti, agenti, anzi, per precisione, piedipiatti militari insistentemente postulanti, complici confidenti turpi e vociferanti, avrebbero accertato e propalato, video-incontrovertibilmente, storia triste e scottante, fin lì latente, di eminente politicante, dirigente e pubblicamente dominante (ormai tuttavia declinante, auto-flagellante e languente in convento), privatamente debole e intemperante, poco lungimirante e per nulla raziocinante, cliente di amanti bivalenti, mestieranti e aberranti, che semi-demente pagherebbe, insieme con stupefacenti, in gran contanti. Gaudenti? Dolenti? Felici? Infelici? Non si sa. Certo, tutt'altro che fini ed eleganti, anzi proprio disavvenenti e niente affatto galanti. Però, come sembrerebbe evidente, per l'utente, sebbene convivente con coniuge piacente, molto piccanti, attraenti ed eccitanti, forse perché perturbanti, erranti e transeunti. In possibile nesso, accade inoltre urente incidente, malauguratamente con conseguente non più vivente: indagano inquirenti zelanti e valenti. Morale: "Sic transit gloria mundi" e, in ispecie,"concupiscentia eius".
Il caso è esemplare, perché estremo per qualche suo non marginale aspetto. Solo a poche righe di distanza o, oralmente, nello stesso discorso, chi ne ha riferito è incappato infatti (e Apollonio è lungi dal credere che ciò sia accaduto per malcelata tartuferia) in buffe alternanze d'articolo (il o la?), in cangianti designazioni (gli amici o le amiche?) in accordi mutevoli (è stato interrogato o è stata interrogata dal giudice?). Sodali di Apollonio particolarmente vigili (e così si schiva il genere anche qui) l'avranno certo notato e ne serberanno vivida memoria. Comunque sia, ecco come si sarebbe potuto riassumere il complesso garbuglio, non attribuendo a un genere determinato nessuna delle personae coinvolte e quindi mantenendo al proposito immacolata e politicamente correttissima la propria prosa.
Ad uso di benpensanti plaudenti e voraci di scritti e spettacoli stomacanti, monta traboccante (così s'espresse grande e abruzzese ierofante) "vil canizza gazzettante". Strombazza che, simili a delinquenti e qual sicofanti, agenti, anzi, per precisione, piedipiatti militari insistentemente postulanti, complici confidenti turpi e vociferanti, avrebbero accertato e propalato, video-incontrovertibilmente, storia triste e scottante, fin lì latente, di eminente politicante, dirigente e pubblicamente dominante (ormai tuttavia declinante, auto-flagellante e languente in convento), privatamente debole e intemperante, poco lungimirante e per nulla raziocinante, cliente di amanti bivalenti, mestieranti e aberranti, che semi-demente pagherebbe, insieme con stupefacenti, in gran contanti. Gaudenti? Dolenti? Felici? Infelici? Non si sa. Certo, tutt'altro che fini ed eleganti, anzi proprio disavvenenti e niente affatto galanti. Però, come sembrerebbe evidente, per l'utente, sebbene convivente con coniuge piacente, molto piccanti, attraenti ed eccitanti, forse perché perturbanti, erranti e transeunti. In possibile nesso, accade inoltre urente incidente, malauguratamente con conseguente non più vivente: indagano inquirenti zelanti e valenti. Morale: "Sic transit gloria mundi" e, in ispecie,"concupiscentia eius".