È la voce Sciascia del Dizionario onomastico della Sicilia di Girolamo Caracausi. Secca, documentata, efficace, informativa: nello stile dell'opera (che porta il sottotitolo Repertorio storico-etimologico di nomi di famiglia e di luogo) e nello stile dello studioso, caro alla memoria di Apollonio per più di una ragione.
L'infanzia dell'alter ego di Apollonio, che ha radici nella Sicilia greca, trascorse quasi per intero in quella araba. Così, quel nome di famiglia gli fu familiare dai suoi primi anni di vita. Ben prima che scoprisse, adolescente, che, in giro per l'Italia e per il mondo, lo portava la fama di uno scrittore di Racalmuto.
Per il bambino, nella piccola comunità, lo portava invece un giovane collaboratore di suo padre, da suo padre ritenuto peraltro il più sveglio tra i suoi collaboratori.
"Il signor Sciascia" capitava così fosse frequente nelle conversazioni a tavola, come capitava di sentirsi incaricare di "consegnare questi fogli al signor Sciascia" o di fare due passi, per prendere un gelato, "con il signor Sciascia".
Sciascia, però, con la fricativa palatale scempia, in ambedue le ricorrenze, l'iniziale e l'intervocalica, simile a quella di sciàuru 'profumo, buon odore', di sciumara 'fiumara', di sciuri 'fiore' (trascritto spesso come ciuri e nel Vocabolario siciliano del Piccitto come çiuri) della famosa melodia siciliana finto-popolare: eccone un esempio.
Così, del resto, il menzionato signor Sciascia presentava se stesso né, nella piccola cittadina della provincia di Agrigento, a una manciata di chilometri dalla Racalmuto del già celebre Leonardo Sciascia, qualcuno avrebbe mai pensato che di quel cognome esistesse pronuncia diversa: xaxa, trascrivono i vecchi documenti siciliani, come ricorda Caracausi.
Per via di Leonardo Sciascia e della sua fama in Italia e nel mondo, adesso Leonardo Sciascia è invece diventato ciò che si sente pronunciare qui, con due belle fricative enfatiche. Del resto, in italiano, proprio come si deve. Per fare diversamente, gli Italiani cresciuti fuor di Sicilia (e forse, adesso, anche quelli cresciuti in Sicilia, ma esposti ai guasti di un'educazione scolastica) dovrebbero appunto fare uno sforzo e concedersi quel suono morbido e insinuante appunto estraneo alle loro abitudini articolatorie: come esercizio, potrebbero provare a intonare "sciascia, sciascia, sciascia di tuttu l'annu...".
L'alter ego di Apollonio manca dai luoghi della sua infanza da troppo tempo. Non sa se, anche lì, il giovane signor Sciascia, frattanto - egli si augura - diventato stravecchio, si sia adeguato, presentandosi, agli esiti della notorietà del suo nome di famiglia; se si sia adeguata, per via della crescente comunicazione, la comunità intorno a lui.
Sospetta però, l'alter ego di Apollonio (ed Apollonio con lui), che questa sottile incapacità di dare il suo nome autentico allo scrittore di Racalmuto, questo suo andare per il mondo sotto un nome che è diverso, impercettibilmente diverso ma diverso dal suo proprio, e che quindi, in fin dei conti, lo camuffa e ne fa un altro siano come il marchio di un destino.
Un destino di ardua comprensibilità, fuori del contesto, di Leonardo Sciascia: non si vuol dire d'incomprensione ineluttabile.
grazie, d'ora in avanti saprò a chi rinviare: Discolo dixit - discepolo discit
RispondiEliminaSolo un racconto, anonimo e fiducioso Lettore. Il racconto di un'antica esperienza.
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